La Corte di Cassazione Penale, con la sentenza n. 45566 del 18 dicembre 2024, ha confermato che il conducente di un veicolo è obbligato a pretendere che i passeggeri, sia seduti davanti che dietro, indossino le cinture di sicurezza.
In caso contrario, il guidatore può rifiutarsi di trasportare la persona, evitando di partire o fermandosi alla prima area di sosta disponibile. Proseguire la guida può comportare al conducente, in caso di sinistro stradale, l’attribuzione della responsabilità per le lesioni subite dai trasportati.
Nel caso esaminato dalla Suprema Corte, infatti, il conducente di un’auto, per evitare un cane randagio, usciva di strada provocando la morte di una passeggera che non indossava la cintura di sicurezza. Ebbene, tale soggetto è stato ritenuto responsabile di omicidio colposo per non aver obbligato l’amica ad utilizzare la cintura.
Va ricordato che, in caso di sinistro stradale dagli esiti meno infausti, se un passeggero non indossa le cinture e subisce lesioni personali, la compagnia di assicurazioni tendenzialmente non risarcirà i danni che, con l’uso delle cinture, si sarebbe potuto evitare (ad esempio la frattura del naso o lo sfondamento del parabrezza).
Secondo recenti sondaggi l’11,4% dei conducenti in Italia non indossa abitualmente la cintura di sicurezza, mentre sono addirittura il 75,7% i passeggeri sui sedili posteriori a non preoccuparsene.