Il percorso legislativo per la revisione del Codice della Strada è ormai vicino al traguardo. Il testo definitivo, approvato lo scorso aprile alla Camera, è stato recentemente esaminato e discusso in Senato, dove ha ricevuto l’ok con modifiche limitate. Si tratta di un provvedimento ampio che punta a inasprire le sanzioni e introdurre norme più stringenti per prevenire comportamenti pericolosi alla guida, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la sicurezza stradale. Tuttavia, non mancano dubbi e interrogativi sulla portata e sull’efficacia di queste nuove disposizioni.
Una delle novità principali riguarda i monopattini elettrici. Saranno soggetti a immatricolazione, copertura assicurativa e obbligo di casco per i conducenti minorenni. Inoltre, è stata fissata una velocità massima di 20 km/h (ridotta a 6 km/h nelle aree pedonali), mentre è vietata la circolazione su strade extraurbane, tranne che in specifiche aree urbane individuate dai comuni.
Giro di vite anche per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Oltre all’inasprimento delle sanzioni pecuniarie, viene introdotto l’obbligo di installare dispositivi “alcolock” per impedire l’avvio del motore in caso di rilevamento di alcol nel sangue. Per chi trasporta minori, le pene saranno ulteriormente aggravate, con revoca immediata della patente in caso di tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. L’obiettivo è prevenire situazioni potenzialmente catastrofiche, ma anche incentivare una maggiore responsabilità da parte dei conducenti.
Tra le novità più discusse, c’è la sospensione immediata della patente per chi viene sorpreso a utilizzare il cellulare durante la guida. La sanzione prevede anche una multa che può arrivare fino a 2.000 euro, con un periodo di sospensione della patente compreso tra 15 e 30 giorni. Questa misura nasce dalla necessità di contrastare una delle cause principali di incidenti stradali, ma la sua applicazione solleva interrogativi sulla proporzionalità della pena rispetto al comportamento.
Anche le sanzioni contro chi supera i limiti di velocità sono state rese rincarate: in caso di superamento dei limiti di oltre 40 km/h in aree urbane, è prevista la sospensione immediata della patente, con pene aggiuntive per i recidivi che commettono più infrazioni nell’arco di un anno.
Particolare attenzione è stata inoltre rivolta ai conducenti più giovani. Viene abbassato ulteriormente il limite di potenza per i veicoli che possono essere guidati nei primi tre anni dal conseguimento della patente. Questo provvedimento mira a ridurre i rischi legati all’inesperienza e all’eventuale sottovalutazione del pericolo.
E’ previsto anche un uso più esteso delle tecnologie di controllo automatico, con l’implementazione di sistemi di rilevamento a distanza per monitorare velocità e infrazioni, oltre all’installazione di nuove telecamere in aree critiche per migliorare l’efficacia dei controlli.
Sanzioni più severe anche per chi abbandona animali domestici lungo le strade, con pene aggravate se, in conseguenza di tali atti, si verificano incidenti stradali.
E’ inevitabile porsi alcune domande sulla reale efficacia che avranno queste misure. L’inasprimento delle sanzioni riflette una chiara volontà punitiva verso i trasgressori, ma rischia di risultare più simbolico che realmente risolutivo. Infatti, è necessario valutare se la sola severità delle pene sia sufficiente a modificare i comportamenti scorretti degli automobilisti.
La storia insegna che spesso il Legislatore ha reagito in modo istintivo a episodi di cronaca particolarmente gravi, capaci di scuotere profondamente l’opinione pubblica, spingendo a richiedere interventi drastici. Questa riforma del Codice della Strada e l’inasprimento delle pene introdotto sono stati fortemente voluti proprio in risposta al crescente numero di sinistri causati dalla distrazione alla guida, soprattutto a causa di smartphone e dispositivi elettronici.
Tuttavia, le decisioni normative e lo studio di soluzioni ai problemi dovrebbero basarsi su analisi razionali e ponderate, evitando di trasformare l’urgenza emotiva in provvedimenti eccessivamente repressivi.
A nostro parere l’educazione e la sensibilizzazione degli automobilisti, neopatentati (ma non solo), restano strumenti indispensabili per affrontare le cause profonde della distrazione alla guida e del mancato rispetto delle norme del Codice della Strada. È fondamentale investire in campagne mirate, soprattutto verso i giovani, e promuovere l’adozione di tecnologie avanzate, come sistemi di blocco delle funzioni del cellulare durante la guida.
Un approccio equilibrato, che combini severità, educazione e innovazione tecnologica, potrebbe rivelarsi più efficace nel lungo periodo, perché la sicurezza stradale è sicuramente un obiettivo prioritario, ma è essenziale che le misure adottate siano proporzionate, sostenibili e realmente utili a prevenire comportamenti pericolosi, senza limitarsi a rispondere alle richieste di punizioni esemplari.