Negli ultimi giorni l’attenzione si è concentrata sull’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di DPR riguardante la “Tabella delle menomazioni all’integrità psicofisica comprese fra 10 e 100 punti,” definito dal Governo un passo significativo nella disciplina del risarcimento danni non patrimoniali derivanti da “macrolesioni” causate da incidenti stradali in quanto permetterebbe di adottare criteri più equi a vantaggio dei danneggiati. Ma sarà veramente così?
Prima di approfondire se ciò corrisponde o meno al vero, ricordiamo che questa tabella si fa attendere dal 2005. Ovviamente, nel frattempo, la necessità di adottare dei parametri adatti per stabilire i risarcimenti dovuti hanno stimolato i tribunali ad affidarsi a riferimenti tabellari elaborati dalla giurisprudenza. Ad affermarsi in modo particolare sono state le tabelle in uso presso il Tribunale di Milano che, pur non avendo carattere normativo, sono diventate il riferimento principale, per altro con l’avallo (più volte ribadito) della giurisprudenza di legittimità.
La sfida, da sempre, è quella di trovare un equilibrio tra standardizzazione e personalizzazione, poiché i criteri tabellari, per quanto inevitabilmente standardizzati, vanno applicati tenendo anche conto della complessità dei singoli casi. E le tabelle milanesi sono state in grado di esprimere i criteri maggiormente in linea con tale esigenza, riportando per ogni grado percentuale di invalidità il relativo valore economico della componente biologica/dinamico relazionale del danno nonchè della sofferenza soggettiva (il cosiddetto danno morale), con possibilità di incrementare ulteriormente il danno biologico laddove sussistano particolari condizioni soggettive del danneggiato, come dispone l’art. 138 del Codice delle Assicurazioni.
La nuova Tabella Unica Nazionale (la cui entrata in vigore non è ancora certa, e comunque richiederà ancora del tempo) presenta una struttura decisamente più complessa della Tabella di Milano. E’ composta, infatti, da quattro diversi documenti: la prima tabella riporta il valore economico del solo danno biologico (per ogni grado di invalidità permanente da 10 a 100 punti percentuali, e per ogni età del danneggiato tra 1 e 100 anni). Le altre tre tabelle riportano i medesimi valori con l’aggiunta, per ciascuno, di un aumento in percentuale riferito al danno morale, rispettivamente indicato come “minimo,” “medio” e “massimo”.
Ebbene, la personalizzazione del risarcimento per danno morale su tre livelli potrebbe complicare il processo e portare a disparità nelle liquidazioni. Infatti appare difficile stabilire quale sia il limite tra una personalizzazione minima, media e massima, come possa essere documentata e chi possa stabilire il passaggio da un livello di personalizzazione al successivo.
E’ facile aspettarsi che, specie in ambito stragiudiziale, le compagnie di assicurazione adottino di default i valori base, eventualmente personalizzabili al minimo, determinando un generale abbassamento dei risarcimenti su scala nazionale.
L’art. 3 dello schema del decreto, inoltre, solleva ulteriori preoccupazioni, poiché si concretizza in un dimezzamento dei risarcimenti per l’inabilità temporanea da macrolesione (ossia la momentanea incapacità, totale o parziale, di svolgere le normali azioni quotidiane nelle settimane o nei mesi immediatamente successivi al sinistro) visto che prescrive l’adozione dei parametri di quantificazione economica previsti per le microlesioni, pari a circa il 50% rispetto ai riferimenti indicati nella Tabella di Milano.
Se saranno queste le tabelle che verranno approvate le controversie saranno inevitabili e durissime.