Niente da fare. Uno strumento sulla carta formidabile per combattere l’evasione dell’obbligo RCA non potrà essere utilizzato, come molti auspicavano. Parliamo del dispositivo “Targa System”, ovvero il software di riconoscimento targhe usato dalle forze dell’ordine e collegato con gli archivi del Ministero dei Trasporti, dell’Ivass e del Ministero dell’Interno. Tramite tali accessi le autorità hanno la possibilità di verificare in tempo reale molte informazioni relative al veicolo identificato dalla postazione di controllo fissa o mobile, come ad esempio la data di scadenza dell’assicurazione o della revisione.
E’ da almeno 4 anni che si parla di controlli automatizzati sulle targhe tramite dispositivi come autovelox e tutor, che possano identificare immediatamente le irregolarità automatizzando anche l’elevazione delle relative sanzioni, senza bisogno di contestazione in loco da parte delle forze dell’ordine. Uno strumento con potenzialità straordinarie, ma la cui applicazione concreta è sempre stata rimandata a data da destinarsi.
Il fenomeno dell’evasione dell’obbligo di copertura assicurativa RC auto, e che richiedono interventi di controllo realmente efficaci, è però in preoccupante aumento: l’ANIA (associazione nazionale imprese assicuratrici) stima che nel 2017 i veicoli circolanti non regolarmente assicurati siano stati 2,8 milioni, pari al 6,3% del parco circolante. Numeri da allarme, spesso sottovalutati.
Sì, perchè la maggior parte dell’opinione pubblica considera la questione soltanto dal punto di vista dell’irregolarità amministrativa: è il solito problema di concezione dell’obbligo assicurativo, considerato dai più come uno scomodo balzello privo di reale utilità, dimenticando che la copertura RCA costituisce un irrinunciabile tutela per tutti i cittadini i quali, diversamente, in caso di incidente rischierebbero – a seconda dei casi – di compromettere seriamente il proprio patrimonio personale per fare fronte alla richieste risarcitorie della vittima, o di non poter vedere soddisfatto il proprio diritto ad ottenere il giusto ristoro per il danno subìto qualora il responsabile dell’incidente non disponesse di un capitale economico tale da soddisfarlo, per intero o anche solo parzialmente.
Evidentemente non è soltanto questo problema di “percezione” a determinare tale triste primato. Lo squilibrio del mercato è certamente una variabile fondamentale nella pur ingiustificabile scelta di circolare senza copertura assicurativa. Basti pensare che nelle regioni del meridione, dove i costi per avere una polizza RC auto solo decisamente superiori alla media nazionale, addirittura un veicolo su dieci non è assicurato.
A combattere il fenomeno non bastano le (pur salate) sanzioni previste: si parte da un minimo di 849 euro a un massimo di 3.396 euro, importo riducibile del 30% con pagamento effettuato entro cinque giorni dalla contestazione e raddoppiabile se l’automobilista viene “beccato” privo di assicurazione per almeno due volte nell’arco di 2 anni, con la conseguente sanzione ulteriore della sospensione della patente da uno a due mesi. Inoltre il mezzo sarà soggetto anche a un fermo amministrativo di 45 giorni dalla data del pagamento della sanzione e conseguente riattivazione di un contratto assicurativo, provvedimento che comporta ulteriori esporsi economici dell’evasore, visto che la restituzione del veicolo sarà possibile soltanto dopo il pagamento delle spese di prelievo, di trasporto e di custodia sostenute per il sequestro e per il successivo fermo. Guai ben peggiori per chi circola con assicurazione contraffatta: in questo caso il contravventore si vedrà anche sospendere la patente per un anno, oltre alle eventuali conseguenze sul piano penale. Un impianto sanzionatorio sicuramente severo, ed è facile comprendere che il problema dell’aumento del numero di veicoli non assicurati va ricercato in una evidentemente inefficace attività di controllo e verifica diretta da parte delle forze dell’ordine, che troverebbero un’ausilio formidabile nei dispositivi di lettura massiva delle targhe con successiva verifica e sanzione automatizzata.
il Ministero dell’Interno, però, ha puntualizzato con la circolare n. 300/A/1223/19/105/2 dell’8 febbraio scorso che
«[…]Nei casi di impossibilità della contestazione immediata, l’utilizzo del dispositivo Targa System, che è collegato con la banca dati del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, serve solo per segnalare la presenza di un veicolo che potrebbe non essere in regola con la revisione o con l’assicurazione (in questo senso l’apparecchio non accerta la violazione) e, quindi, il dispositivo costituisce un semplice supporto per l’Operatore […]»
Ciò significa che, anche laddove ci si avvalesse di tali tecnologie, per poter contestare l’illecito all’automobilista ci dovrà essere comunque una procedura di tipo “tradizionale”, ovvero le forze dell’ordine dovranno contestare l’irregolarità fermando il veicolo volta per volta. Insomma, tutto come prima.
Pur nella consapevolezza che esistono senz’altro delle problematiche tecniche, procedurali ma con ogni probabilità anche legate al sacrosanto rispetto della privacy degli automobilisti sottoposti a controllo massivo, si ha la sensazione di aver perso un’ottima occasione per combattere efficacemente il preoccupante fenomeno dell’evasione dell’obbligo RCA, ed è auspicabile che non venga accantonata definitivamente questa soluzione, magari ristudiandola in modo da poterla attuare nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini.
In ogni caso ricordiamo che, per essere certi di avere tutte le carte in regola per potere circolare, è disponibile uno strumento molto pratico per poter verificare la copertura assicurativa e lo stato della revisione del proprio veicolo. E’ sufficiente accedere al sito www.ilportaledellautomobilista.it e cliccare sul servizio “Verifica da solo”. Da qui, inserendo la targa del proprio veicolo, si potrà consultare lo stato della copertura assicurativa nonchè l’ultima revisione.